Fotografia e pittura

Cenni storici

Il rapporto della fotografia con la pittura è stato sempre assai stretto.
Una sua seria trattazione non può che essere lasciata agli storici dell’arte.
Possono tuttavia farsi alcune brevi note estremamente riassuntive e, anche, semplificative.
E' anzitutto da rilevare che, fin dal suo primo apparire, la fotografia suscitò grande interesse nei pittori di allora, malgrado alcune sue evidenti carenze : l’assenza del colore e i lunghi tempi di posa imposti dalle tecniche disponibili. La carenza che inizialmente fu maggiormente avvertita dagli stessi fotografi era costituita dalla incapacità di rendere i diversi colori con diverse tonalità di grigio: l’azzurro ed il bianco risultavano indistinguibili, analogamente il giallo dal rosso.
Malgrado tutto, l’interesse fu enorme per la fedeltà e la precisione con cui venivano colti i più piccoli dettagli. La insufficiente resa cromatica fu in gran parte superata con la comparsa di emulsioni ortocromatiche verso il 1880 e, ben presto, si arrivò ad una significativa riduzione dei tempi di posa.
La fotografia (dagherrotipi e calotipi) già nel 1839 non è più una curiosità; trova impieghi commerciali e se ne fa ampio uso per la produzione di incisioni e miniature. Daumier nel 1844 pubblica “Le portrait au dageurréotype” in cui esamina i vantaggi commerciali della nuova tecnica di raffigurazione.
Il progredire della tecnica fotografica conquista artisti famosi negli anni ’50.
Fatto sta, che già Ingres (1780 - 1867 ) e Delacroix ( 1798 - 1863 ), per citare due nomi famosi, fanno ampio ricorso alla fotografia.
Nel ’55 Eugene Mirecourt afferma che Ingres si affida alle fotografie di Nadar per avere immagini così somiglianti da non rendere più necessario avere davanti a se il soggetto per eseguirne il ritratto.
L’uso di fotografie come appunti per lo sviluppo di opere pittoriche diviene d’impiego via via più esteso, vuoi per cogliere quei particolari che l’occhio non riesce a percepire, vuoi per economizzare sui tempi di posa imposti ai modelli.
Se appare intuibile l’ influenza della fotografia su quanti aspirano ad una fedele riproduzione della realtà, più difficile è comprenderne l’influenza su quanti esprimono un genere meno attento al disegno del dettaglio.
E’ tuttavia certo che furono interessati e ne vennero influenzati, oltre, al già citato Delacroix, anche gli impressionisti, per restare nell’epoca: pittori in cui il disegno perde la caratteristica della puntigliosa definizione dei contorni e dei dettagli.
Nondimeno l’’influenza della fotografia appare, per certi aspetti, evidente.
Degas (1834 -1917) ne fa dichiaratamente uso e la composizione di molti suoi quadri appare decisamente fotografica : basti notare come alcune persone risultino tagliate dal bordo del quadro, quasi fossero state riprese in una istantanea : non meno interessante appare sotto questo punto di vista il famoso quadro "les folies bergères" di Manet ( 1832 - 1883) in cui lo sguardo della donna, perso nel vuoto, sembra essere stato colto a sua insaputa da uno scatto fotografico. Analoga impressione si riscontra nella bevitrice di assenzio di Degas.
Tuttavia non si può non rilevare come, già prima dell'avvento della fotografia vi siano pittori rivolti ad una rappresentazione meno dettagliata e più sensibili alla rilevanza della luce.
Si vedano alcune immagini di Goya (1746 - 1828) riportate di seguito

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Le frettolose notazioni sovrastanti vogliono solo chiarire, a chi non ne avesse avuto occasione, che un rapporto tra le due forme di raffigurazione si stabilì sin dal principio. Un rapporto anche controverso perché non mancarono atteggiamenti di rifiuto e accuse di contaminazione.

Se si vuol restare ai fatti credo si possano fare le seguenti affermazioni :

a) la fotografia, sin dall’inizio dovette sviluppare un suo linguaggio in qualche misura diverso.
Esigenza inevitabile, non fosse altro che per l’assenza di colore che, fino a pochi decenni or sono, caratterizzava ogni immagine fotografica.
Di qui la necessità di staccare i piani senza far ricorso a diversità di colore. Cosa che avverrà, come detto, verso il 1880 con le emulsioni ortocromatiche.
b) la fotografia si è posta rapidamente in concorrenza con la pittura in alcuni settori, quale la ritrattistica e la documentazione
Il ritratto, una volta appannaggio solo di famiglie abbienti, divenne un genere accessibile ad una più vasta platea grazie ai minori costi delle immagini fotografiche.
Ed è in questo settore che subito la fotografia rivela la sua sudditanza verso la pittura. Non solo per il gusto delle composizioni, ma per l’accondiscendenza dell’autore a colorare a mano l’immagine fotografica. E’ da considerare, del resto, che l’assenza di colore era ancora percepita come una carenza, inaccettabile per chi mirava ad avere un ritratto paragonabile a quelli ad olio.
Nel campo della documentazione. viceversa, la fotografia diviene rapidamente insuperabile ed insostituibile.
Già nel 1841 Frederick Catherwood effettuò riprese nello Yucatan.
Salvatore Lecchi nel 1849 documentò le distruzioni provocate dai combattimenti durante la Repubblica Romana e l'inglese Roger Fenton nel 1855 riportò immagini della guerra di Crimea.
Si pensi, infine, che già nella guerra di secessione americana compaiono quelli che potremmo definire i reporters di guerra. Viaggiano al seguito delle truppe, con un laboratorio montato su carro, per sviluppare rapidamente le immagini riprese.

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Analogamente, possiamo disporre di fotografie di alcuni grandi capi pellerossa, come Geronimo.
Un settore in cui la fotografia si impone nettamente è quello delle riprese di soggetti in movimento: queste influenzano la pittura consentendo di rilevare errori sino ad allora convenzionalmente accettati.
Basti considerare, ad esempio, la rappresentazione di cavalli che corrono "ventre a terra". La fotografia rivela che mai il cavallo assume tale posizione. Analogamente deve essere corretta la posizione degli uccelli in volo...

c) i pittori non aspiranti ad uno stretto realismo utilizzano la fotografia per fermare una scena che sarà poi rielaborata in fase di realizzazione del quadro. Numerose sono le documentazioni. Oltre al già citato Degas, si può includere lo stesso Manet, sempre per restare tra i più noti.
Il ricorso ad un ”abbozzo” ottenuto con mezzi tecnici non è del resto nuovo in pittura: basti considerare il non raro ricorso alla camera oscura fin dai secoli precedenti.
L’insistenza su questo punto è dovuta al fatto che, se si traccia anche solo il disegno, tramite una fotocamera o una camera oscura, l’inquadratura è già determinata, così pure la prospettiva e la luce. Naturalmente esistono ampie possibilità di modificare l’immagine di base, sia mediante il colore, sia modificando l’illuminazione o aggiungendo o togliendo particolari. Tutto ciò ci avvicina a quanto oggi è possibile fare trattando una immagine digitale.

Meno evidente appare il rapporto della fotografia con altri impressionisti, ancorchè ben documentato risulti il loro interesse.
Sarebbe veramente assai semplicistico ipotizzare che la fotografia spinse alcuni artisti a cercare forme di espressione che non poggiassero sulla fedeltà della riproduzione.
Già prima dell'avvento della fotografia vi sono artisti che mostrano una maggiore attenzione alla luce ed al cromatismo. Oltre alle opere di Goya, già proposte, si possono considerare, ad ulteriore esempio, alcune opere dello stesso Géricault di cui si sono mostrati prima i cavalli in corsa.
Se a volte egli ci presenta una pittura attenta al dettaglio altre opere sono caratterizzate dalle forti ombre e dall'assenza di dettagli.

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Raffigurazioni non fotografiche si possono vedere anche in opere precedenti di Fragonard ( 1732 - 1826 ) in cui colpisce anche la spontaneità dell'atteggiamento della dama ritratta nella seconda immagine.

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Tuttavia, è ben certo che gli impessionisti attribuirono grande rilevanza alla "cattura" della luce del "momento" e grande importanza assunse l'esecuzione rapida del dipinto.

d) la fotografia non può che raffigurare cose reali.
E’ questo l’aspetto più rilevante della fotografia. Ne consegue che i soggetti devono essere presi dalla realtà. E’ certamente possibile “costruire una scena” e poi fotografarla e, in effetti, ciò venne fatto da molti pittori. Ma, tuttavia, questa peculiarità, propria della fotografia , spinge a rivolgere l’attenzione al “comune”, al quotidiano. Una delle accuse che le venne rivolta fu appunto quella di deviare gli artisti allontanandoli "dall’ Ideale”



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