Obiettivi secondo la focale

Corso di fotografia digitale - Focale obiettivi e loro impiego

Obbiettivi a focale fissa

A seconda della loro focale gli obbiettivi vengono classificati in tre gruppi: Normali, Tele, Grandangoli.

Si tenga presente che variando la focale non varia solo il rapporto di riproduzione ( vale a dire la dimensione che il soggetto avrà sul supporto di registrazione (sensore o pellicola) ma anche l’angolo di campo, cioè l’ampiezza delle zona ripresa.

L'appartenenza di un obbiettivo ad una classe è data dal rapporto tra la sua lunghezza focale e la diagonale del negativo.
Negli apparecchi a pellicola del formato 24 x 36 la diagonale è pari a circa 43 mm.
Pertanto, poiché il fotogramma ha una dimensione fissa, quale che sia la marca o il modello di fotocamera, è possibile classificare gli obbiettivi secondo un unico parametro.

Gli obbiettivi, per le fotocamere a pellicola, possono quindi essere suddivisi in tre gruppi e, per ciascun obbiettivo, può essere definito il suo angolo di campo ( campo di ripresa), nota la sua focale.

  1. Normali: se la loro focale corrisponde, approssimativamente, alla diagonale del fotogramma . Negli apparecchi a pellicola più comunemente usati ( formato 135, detto anche 35 mm o “Leica”) il fotogramma misura 24 x 36 mm. La sua diagonale, pertanto, è pari a 43 mm .

    Tuttavia, gli obiettivi in commercio, comunemente definiti "normali" per tali apparecchi, hanno una focale dai 50 ai 55 mm. ed un angolo di campo di 47°- 42°

  2. Tele : con focale superiore ai 55 mm. Possiamo distinguerli in tre categorie:

    • Tele moderati: con focale dai 70 ai 100 mm ed angolo di campo di 30° - 24° (detti anche da ritratto )
    • Tele medi: con focale dai 135 – 200 mm ed angolo di campo di 18° – 13°
    • Tele spinti:

      • con focale di 300 mm ed angolo di campo 8,3°

      • con focale di 500 mm ed angolo di campo 5°

      • con focale di 1000 mm ed angolo di campo 2,5°

  3. Grandangolari: con focale sensibilmente inferiore ai 50 mm : generalmente, non più di 35 mm.

    I più diffusi sono i seguenti :

    • focale di 35 mm ed angolo di campo di 63°

    • focale di 28 mm, ed angolo di campo di 76°

    • focale di 20 mm ed angolo di campo di 94°

    NB esistono obbiettivi di focale ancora più corta, detti fish-eye, che però danno una immagine circolare con forti distorsioni

Quanto sopra detto vale esattamente anche per le digitali che abbiano un sensore di 24 x 36 mm : le full frame.

E' altresì concettualmente valido anche per le fotocamere digitali, ma con due avvertenze:

  1. il sensore di una digitale è sempre molto più piccolo del formato 24 x 36 mm;
  2. il sensore delle digitali non ha sempre le stesse dimensioni: esse variano da un modello all'altro, anche se della stessa marca.

Il primo punto ci fa comprendere che, se il sensore ha dimensioni inferiori, la sua diagonale sarà inferiore ai 43 mm. Pertanto, una focale che per il 24 x 36 era un grandangolo può divenire un tele moderato.
Prendiamo ad esempio un sensore di 23,7 x 15,6 mm ( misura tipica di una reflex digitale. La sua diagonale sarà di 28,70 mm.
Un grandangolo di 28 mm, montato su questa Reflex, avrà un angolo di campo di un "normale". Un'ottica di 55 mm equivarrà ad un medio tele da 80 mm.
Ma le dimensioni dei sensori montati sulle compattine sono assai più piccoli : la loro diagonale è assai spesso di 10 mm e, raramente, raggiunge i 20 mm.
Per una compatta che abbia un sensore con una diagonale di 12 mm, una focale di 8 mm rappresenterà un grandangolo moderato, mentre una focale di 24 mm sarà già un piccolo tele.

Quanto appena esposto permette di comprendere l'apparente controsenso di cui alla pagina precedente. Infatti, mentre nelle reflex digitali la diagonale del sensore è, normalmente, di circa 29 mm, nelle compattine la diagonale è assai minore. Di conseguenza, una stessa focale, ad esempio 55 mm, costituisce un tele moderato nelle Reflex, ma rappresenta un tele vero e proprio se il sensore ha una diagonale di 12 mm.

Un' ulteriore complicazione deriva dal fatto che, come evidenziato, ogni modello di fotocamera digitale ha un sensore le cui dimensioni sono diverse da quelle di sensori montati su altri modelli, anche se della stessa marca. Di conseguenza, chi acquista una digitale non è in grado di comprendere che tipo di grandangolo e di tele viene fornito dalle focali presenti. L'unica soluzione è leggere le caratteristiche tecniche che accompagnano la fotocamera : di norma i costruttori dichiarano le cosiddette focali equivalenti.
Per essere chiari : sarà detto che la focale 6 - 72 corrisponde ad un 35 - 420 nel formato 24 x 36.

Ma cosa realmente significa questa affermazione ?

Focale reale e focale equivalente

Occorre ora avere ben chiaro il significato reale dell'espressione (impropria) " focale equivalente "
Quando si dice che un obbiettivo di 24 mm "equivale", per quell' apparecchio avente un certo sensore, ad una focale di 100 mm per il formato 24 x 36, si dice una cosa inesatta.
L'equivalenza tra i due obbiettivi sussiste solo per il campo inquadrato. Ciò significa che, con entrambi gli apparecchi, sarà possibile effettuare, da una stessa posizione, la stessa inquadratura; la stessa identica fotografia, per essere più semplici.
Naturalmente, se, ad esempio, lo stesso edificio di 20 metri, ripreso dalla stessa distanza, occupa tutto il fotogramma di 24 x 36 mm, per "entrare" su un sensore di dimensioni molto più piccole, la sua immagine dovrà essere molto più piccola.
Ciò è possibile solo utilizzando una focale molto più corta.

Le ridotte dimensioni dei sensori implicano due conseguenze ineliminabili :

  1. l'immagine trasmessa al sensore in dimensioni ridottissime difficilmente conserverà i dettagli più minuti, presenti in una immagine in formato 24 x 36, fornendo, di conseguenza, una minore qualità.
    La differenza di qualità sarà più o meno evidente a seconda delle dimensioni della stampa finale.
  2. nel campo della macrofotografia, le dimensioni massime dei soggetti che è possibile riprendere a dimensioni naturali ( immagine sulla pellicola o sul sensore uguale a quella del soggetto ripreso) saranno limitate alle dimensioni del sensore.

Si tenga presente che quanto detto vale anche per le digitali reflex il cui sensore, di norma, è di circa 23,7 x 15,6 mm .
Lo zoom di base per questi apparecchi è generalmente un 18 - 55 mm." Equivalente"ad un 28 - 80 mm.
Per quanto si è detto, l'equivalenza concerne il campo inquadrato, mentre tale obbiettivo, alla sua massima focale, fornirà un'immagine, sul sensore, grande quanto quella di un "normale" nel formato 24 x 36.
Se si vuole evitare di "spingere" troppo l'ingrandimento in sede di stampa, si può montare un obbiettivo di focale maggiore; magari un 28-80 di una reflex tradizionale;il campo inquadrato sarà minore, ma questo consentirà una migliore ripresa de dettagli.

La cosa risulterà più chiara, se si ha voglia di approfondire un pochino.

Chiariamo, anzitutto, che le dimensioni dell'immagine sul sensore ( o sulla pellicola) sono date dalla seguente formula: g = f : ( p - f)
dove è:
f = focale dell'obbiettivo ; p = distanza del soggetto; g = rapporto riproduzione

Se consideriamo un bambino alto un metro, posto a 3 metri di distanza, fotografato con una focale di 50 mm, si avrà:

f = 50, p = 3000 e, pertanto, sarà g = 50 : (3000 - 50) = 0,016949

Quindi l'immagine sul sensore (o pellicola) sarà pari a 0,016949 x 1000 statura del bambino) = 16, 9 mm

Quanto sopra dimostra l'esattezza delle considerazioni sopra svolte :

  • una data focale produrrà un' immagine sempre delle stesse dimensioni, sia che venga montata su una digitale o su di un apparecchio tradizionale;
  • date le ridotte dimensioni dei sensori, le focali degli obbiettivi delle macchine digitali devono essere necessariamente molto corte ; altrimenti l'immagine non "entrerebbe" nella superficie del sensore.

Obbiettivi a focale variabile (Zoom):

Negli apparecchi digitali lo zoom è praticamente onnipresente. Tutte le compatte montano esclusivamente ottiche zoom. Ma,anche se si esamina il campo delle Reflex, lo zoom costituisce il "corredo" universalmente offerto.
Naturalmente, poiché queste fotocamere consentono di montare altre ottiche, è possibile che il fotografo preferisca utilizzare anche ottiche a focale fissa.

Occorre ricordare che le ottiche zoom offrono un 'ampia gamma di scelta, sia che si guardi al settore delle compatte, sia che si considerino le ottiche intercambiabili.

La scelta dello zoom (o degli zoom) dovrebbe sempre essere improntata alle effettive esigenze personali ed alla conoscenza delle differenze di resa qualitativa ed espressiva delle diverse focali.

Viceversa, molto spesso, il dilettante non esperto si getta nell'acquisto di tele potentissimi senza che questi rispondano ad una sua reale necessità e senza che conosca le "conseguenze" dell'uso di una focale molto lunga.

Vediamo quindi di mettere a fuoco alcune nozioni di base che possano guidare il fotografo nella scelta e nell'uso delle diverse focali.

Sono sostanzialmente due gli aspetti da chiarire:

  • vantaggi e svantaggi degli zoom

  • uso delle diverse focali

Esaminiamo il primo punto ricordando, anzitutto, che lo zoom consente di variare in modo continuo la propria focale.

Vantaggi degli zoom :

  • potendo variare la focale con continuità, è possibile “aggiustare” l’inquadratura con esattezza evitando tagli successivi ; questa caratteristica è importante per i dilettanti (che non usano far tagliare le immagini in fase di stampa) o per chi fa diapositive.

  • rapidità operativa: in quanto si elimina il tempo necessario per smontare un'ottica e montarne un’altra

  • economia : uno zoom costa meno di una serie di ottiche fisse
Svantaggi degli zoom

  • minore qualità rispetto alle ottiche fisse ( oggi la differenza è assai ridotta)

  • qualità diversa sulle diverse focali

  • luminosità diversa sulle diverse focali

N.B. quest’ultimo è un problema non trascurabile quando si lavora in manuale. Con uno zoom 18 - 55, con apertura 3,5 - 5,6, la sua luminosità sarà effettivamente di 3,5 se lo si imposta sulla focale di 18 mm e, quindi, sarà possibile scattare correttamente (ad esempio) con 1/ 125. Se, però, si varia la focale a 55 mm, la sua luminosità effettiva diverrà 5,6 e, per una esposizione corretta, si dovrà scattare ad un 1/30 .
Ciò significa che la corretta esposizione dovrà essere valutata con la focale con cui si effettuerà la ripresa

Il problema sussiste, in altro modo, anche se si lavora in automatismo. Infatti, benché la macchina provvederà da sola a modificare il tempo di scatto secondo la luminosità effettiva, il fotografo dovrà fare attenzione, quando si porta su focali più lunghe (quindi meno luminose) a che il tempo di scatto impostato dalla fotocamera sia sufficientemente breve per evitare il “mosso”.
Nel caso non lo sia, sarà necessario impostare un diaframma più aperto (se disponibile).

Scelta della focale

La prima domanda che verrebbe da farsi è:

Ma servono più focali ?

La risposta a questa domanda deve darsela ciascuno secondo le proprie esigenze di ripresa.
Occorre però comprendere anzitutto quali differenze esistono tra obbiettivi di focale diversa e, ancor più, cosa NON sia determinato dalla focale. Cominciamo, anzitutto a vedere le differenze oggettive che ciascun tipo di ottica determina nella ripresa, sia in termini di inquadratura che di condizionamenti operativi.

Ricordiamo prima di tutto un punto: l’immagine sul sensore (o pellicola) è sempre più piccola del reale ed è (approssimativamente) proporzionale alla focale utilizzata. alla focale usata.

Ciò significa che se un oggetto, quando è ripreso con una focale di 20 mm, sul sensore ( o pellicola) risulta lungo 5 mm, se ripreso con una focale di 40 mm la sua lunghezza sarà di circa 1 cm, mentre sarà di soli 2,5 mm con una focale da 10 mm.

Ciò fa comprendere perché se un grandangolo può riprodurre una cattedrale su un sensore di soli 23,7 mm, una focale più lunga, dallo stesso punto di ripresa, ne riproduce solo una parte.
Il grandangolo inserisce nel negativo più cose perché le riproduce in dimensioni molto più ridotte.

Una falsa obiezione : invece di usare più focali basta avvicinarsi al soggetto per avere una immagine ingrandita e porre “fuori campo” elementi indesiderati” oppure allontanarsi per ampliare la scena ripresa

L’errore di tale accorgimento non è soltanto nella impossibilità, che spesso si ha, di avvicinare a sufficienza il soggetto o di arretrare.

Cambiare il punto di ripresa non significa modificare soltanto le dimensioni del soggetto sul sensore (o pellicola) e l’ampiezza delle zona inquadrata.

La modifica della distanza di ripresa altera la prospettiva : questa dipende unicamente dal punto di ripresa e non dalla focale usata .

Ma cosa è la prospettiva ?

Si può rispondere alla questione in questi termini : la prospettiva è data dalla posizione relativa degli elementi che compaiono in una foto.

Si rifletta sull'esempio seguente :

Se si fotografa, frontalmente, una chiesa davanti alla quale è posto, in posizione centrale, un obelisco, tale obelisco dividerà a metà l’edificio; sia che si usi un grandangolo, un normale od un tele . La differenza sarà data solo dalle dimensioni della chiesa e dell’edificio; si supponga che il grandangolo consenta di riprodurre la chiesa per intero. Il normale, se la ripresa sarà effettuata dallo stesso punto, ne riprodurrà solo una parte. Il tele ne potrà riprodurre solo una porzione ristretta, ovviamente ingrandita, sia della chiesa che dell’obelisco.
Tuttavia, la posizione dell’obelisco rispetto agli elementi delle chiesa non verrà modificata.
Così se, ad esempio, la base dell’obelisco, con il grandangolo, viene a corrispondere con la sommità del portale di ingresso, la sua posizione relativa non risulterà variata nelle altre due riprese effettuate dallo stesso punto.
Se, viceversa, si effettua una ripresa da un punto arretrato, la base si collocherà in un punto più basso (ad esempio a metà del portale); tanto più in basso quanto più ci si allontana.
Nel caso di una ripresa da distanza più ravvicinata, la base dell’obelisco si collocherà al disopra del portale ed assumerà naturalmente anche maggiori dimensioni.

Un ovvio cambio di prospettiva si avrebbe se ci si spostasse lateralmente a sinistra. L’obelisco si staglierebbe sul lato destro della chiesa e non più al centro.

Non si dica che questa inquadratura potrebbe essere migliore; l’esempio vuole solo far comprendere cosa si intende per prospettiva e come questa non dipenda dalla focale usata.

Per un chiarimento esemplificativo si esaminino le immagini sotto richiamate.
Le prime tre sono state fatte tutte dallo stesso posto, ma usando focali diverse 18 mm (grandangolo), 30 mm (normale) e 55 mm (tele moderato)

E' facile constatare che la posizione dei vari elementi dell'immagine non risulta modificata:

  • il braccio della gru termina sempre in corrispondenza dello scudo della figura posta sulla destra del gruppo scultoreo e si pone in un punto più alto dell'estremità della bandiera.

  • il decoro del basamento è sempre in corrispondenza del gradone più basso che si scorge sullo sfondo.

    In rosso sono stati evidenziati i punti richiamati in tutte le immagini seguenti

    vedi esempi :




    grandangolo





    normale





    tele


    se invece si esaminano le foto successive, fatte avvicinandosi di alcuni metri, si noteranno due cose:

  • le posizioni relative sono cambiate: sia lo scudo che il decoro del basamento vanno a collocarsi in una posizione più elevata rispetto alle precedenti immagini. L'estremità della bandiera è più in alto del braccio della gru.

  • anche in queste due ultime foto, fatte entrambe dallo stesso posto, non si rilevano tra loro differenze di prospettiva.

    Vedi :




    grandangolo





    tele


Conclusione:

Se si vuole restringere od ampliare l’inquadratura senza alterare la prospettiva occorre usare una focale diversa.

Un corretto uso delle diverse focali comporta la conoscenza delle loro differenze.

Di seguito vengono elencate tali differenze, viste nella loro oggettività e non per le loro diverse possibilità espressive.

Elementi oggettivi che caratterizzano le riprese con focali lunghe e con focali corte

  1. Tele
    • forniscono un’immagine ingrandita rispetto a focali più corte
    • restringono il campo di ripresa (escludono elementi presenti nella nostra visuale)
    • riducono la profondità di campo
    • richiedono una messa a fuoco più precisa
    • richiedono tempi di scatto più brevi (si usa dire: pari all’inverso della focale: es. 1/250 con un 200mm)
    • provocano uno “schiacciamento” dei piani (annullano il senso della distanza tra piani diversi)
    • nelle riprese di soggetti molto lontani, le focali a forte ingrandimento provocano una velatura a causa dello "spessore" del pulviscolo atmosferico

  2. Grandangolo

    • amplia il campo di ripresa
    • rimpicciolisce ogni elemento ( particolarmente quelli lontani)
    • aumenta notevolmente la profondità di campo
    • consente una messa a fuoco meno accurata
    • consente tempi di otturazione più lunghi ( essendo meno visibile il mosso, in quanto ogni elemento è riprodotto in dimensioni piccole)
    • accentua il distacco dei piani conferendo maggiore profondità alla scena

Quali i “pro” e quali i “contro” di ciascuna focale ?

Con i tele vi è un aspetto quasi sempre sfavorevole: la necessità di ricorrere a tempi di scatto brevi.
Anzi, con i tele spinti, la necessità di ricorrere a tempi estremamente brevi costituisce un condizionamento talmente forte da limitarne l’uso a poche particolari situazioni di ripresa.

Poco male, hanno un costo talmente elevato!

Tuttavia, in tutti gli altri, casi ciò che, in genere, può apparire una limitazione può essere, invece, un utilissimo mezzo espressivo.

Valgano alcuni esempi

Tele:

  • - limita il campo di ripresa : può essere quanto occorre per escludere alcuni elementi dalla scena senza modificare la prospettiva
  • - restringe l’attenzione su quanto per noi è essenziale porre in evidenza
  • - riduce la profondità di campo : molto utile se si vuole porre in evidenza il soggetto senza che l’attenzione dell’osservatore sia distratta dallo sfondo In taluni casi consentono, sfocando completamente lo sfondo, di creare belle immagini con soggetti apparentemente insignificanti : insetti, inflorescenze, ecc.

    ingrandisci

  • - comprime i piani : l’annullamento delle distanze consente di produrre immagini di grande effetto simili a quadri astratti i cui elementi sono costituiti solo da masse o fasce colorate opportunamente disposte.

    ingrandisci

Grandangolare: questo obbiettivo sembra offrire solo aspetti positivi, viceversa è da considerare che presenta almeno tre problematiche

  • - riproduzione assai rimpicciolita : questa rende difficilmente distinguibili i particolari più piccoli o le cose più lontane : è questo un fatto troppo spesso ignorato dai fotoamatori che usano stampare le loro immagini in formati assai piccoli 10 x 15 o poco più
  • - forte distacco dei piani : genera spesso immagini di grande profondità ed effetto, dà un effetto “presenza” nelle scene di ambiente, ma evidenzia enormemente la prospettiva sino a determinare una impressione di deformazione del soggetto: Tipicamente, accentua il fenomeno delle linee convergenti nelle riprese dal basso
  • - ampio campo di ripresa: determina una inevitabile inclinazione secondo linee convergenti se si riprendono ad esempio due edifici contigui posti tra loro a 90 gradi (Es. lato frontale e destro di una piazza.)

Conclusione :

Ogni obiettivo ha le sue caratteristiche. Occorre saperlo usare nel modo appropriato secondo le situazioni di ripresa e le sue potenzialità espressive . Le sue caratteristiche saranno un fattore negativo o positivo secondo le nostre esigenze.

Agli aspetti tecnici sinora considerati, tra i più rilevanti dal punto di vista delle possibilità di ripresa, occorre ora far seguire la conoscenza di due altri punti fondamentali per ogni fotografia : l'esposizione e la messa a fuoco.
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